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Oasi e parchi

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Le aree verdi del Salento

Nel Salento è possibile visitare parchi regionali, riserve naturali, aree marine e zone soggette a tutela, un patrimonio ambientale che appartiene a tutti, uno stupendo libro della natura mediterranea.

Da non perdere il Parco di Rauccio

Si raggiunge percorrendo la strada provinciale Lecce-Torre Chianca, svoltando in direzione Casalabate per arrivare a una stradina sterrata con ulivi e cipressi sui lati. Questo sentiero conduce alla Masseria Rauccio, sede Wwf, una masseria fortificata del XXVII secolo. Poco distante, nella macchia mediterranea, si trovano i ruderi di un'antica torre colombaia.

I percorsi che attraversano il Parco sono: il bosco di lecci, l'area della Specchia di Milogna con le paludi e il litorale sabbioso.

Al suo interno il Laboratorio di Botanica dell'Università del Salento ha censito 12 habitat, 228 specie tra anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, 584 specie di piante tra cui 30 rare - alcune delle quali a rischio di estinzione.

I percorsi a tema sono: il botanico, il faunistico, l'idrologico e lo storico-culturale.

Parco "Le Cesine", zona umida

Il Parco de "Le Cesine" è un'oasi Wwf, si trova nel Comune di Vernole, ad appena 10 chilometri da Lecce, sulla litorale adriatica a sud di San Cataldo.

Il parco offre uno scenario emozionante: un paesaggio costiero di bosco, roccia e sabbia che si estende per 620 ettari. Lungo la costa si trovano bacini palustri divisi dal mare da dossi sabbiosi. Nel bosco all'interno si incontrano maestosi pini d'Aleppo, eucalipti e cespugli tipici della macchia mediterranea.

Le rotte di migrazione degli aironi bianchi, dei falchi pescatori e le rare cicogne nere incrociano questa Oasi e la sua area paludosa. Complessivamente le specie di uccelli che popolano l'area sono circa 180.

Il parco è attraversato da un percorso di trekking lungo 5 chilometri, un sentiero attrezzato per disabili e un capanno a piano palude.

Porto Selvaggio

Il Parco naturale di Porto Selvaggio risiede sulla costa neretina, nella marina di Nardò con il bosco di pini d'Aleppo e ulivi secolari che si addensa attorno a un'insenatura col mare limpido, lo scenario è straordinariamente suggestivo.

Il Parco si estende complessivamente per 1.000 ettari e ha tre siti di interessi comunitario: Torre Uluzzo, Torre Inserraglio e la Palude del Capitano. Inoltre l'area archeologica, un certo numero di grotte emerse e sommerse e altre torri costiere.

Dalla Torre dell'Alto, in particolare, si può godere una vista mozzafiato sulla Palude del Capitano, nei pressi di Torre Sant'Isidoro, dove fenomeni carsici hanno prodotto le "spannulate", specchi di acqua dolce popolati da pesci e anfibi e circondati da un lussureggiante ambiente vegetale.

Nel parco, all'interno della baia di Uluzzo, si trova la Grotta del Cavallo, in cui sono stati rinvenuti i resti di un complesso umano risalente al Paleolitico superiore. Tali resti sono stati ricondotti da molti studiosi all'Uomo di Neandertal e hanno consentito di identificare una civiltà autoctona, denominata "uluzziana".


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